Malá Strana

Questa volta vi accompagnerò a fare una passeggiata per Mala Strana che fra i quartieri del centro di Praga è il mio preferito. Provate ad immaginarvi che le automobili spariscano insieme ai piccoli dettagli del Moderno e qui più che altrove a Praga vi ritroverete nel passato. Questo quartiere è rimasto intatto nei secoli mantenendo il suo aspetto rinascimentale e soprattutto barocco. Dopo averlo visitato di giorno vi consiglio di rivederlo in una passeggiata notturna per apprezzarlo ancora di più.

Il suo nome significa Città Piccola, Quartiere Minore o Città Minore. Non è stato sempre così però…

Già nel IX secolo esistevano degli insediamenti sotto al Castello ma bisognerà aspettare fino al 1257 per poter parlare di una città. In quell’anno, il re Otacaro II fondò la Città Nuova sotto il Castello; si chiamava così una volta, ma siccome era troppo piccola per ospitare la crescente popolazione, un secolo dopo Carlo IV fondò la Città Nuova sull’altra riva del fiume così questa zona prese il nome di Malá Strana. L’aspetto gotico di questo quartiere è stato spazzato via da due eventi, uno umano e l’altro naturale: la città fu completamente distrutta nel 1400 durante le guerre Ussite e quel poco che si riuscì a ricostruire fu distrutto da un grande incendio che scoppiò nella parte bassa della Piazza di Malá Strana. Verso la fine del 1500 cominciarono ad arrivare a Praga delle comunità d’Italiani che scelsero proprio questo quartiere come residenza e portavano con sé i nuovi stili nati oltralpe: rinascimentale e barocco; fu così che anche Praga cominciò a cambiare volto. Nel 1784 Giuseppe II riunisce le varie città e crea il nucleo centrale di Praga del quale entra a far parte anche Malá Strana.

Tutte le famiglie nobili arrivate con gli Asburgo avevano eletto loro residenza questo quartiere per la vicinanza col Castello e ora in questi sontuosi palazzi si trovano moltissime ambasciate, tanto che si può dire che Malá Strana è proprio il quartiere delle ambasciate.

Come arrivarci

Il mezzo più comodo è la metropolitana della linea Verde (A) scendendo alla fermata Malostranská. Il tram 22 attraversa il quartiere con diverse fermate partendo proprio dalla stazione della metropolitana.

Passeggiata per Malá Strana

Io seguirò un itinerario anche se vi suggerisco di vagabondare liberamente per questo quartiere andando anche a scoprire i luoghi più nascosti. Partiamo proprio dalla fermata della metropolitana e prendiamo la Via Valdštejnská che ci porterà poi nella Valdštejnské Náměstí.Dall’inizio della via abbiamo costeggiato la facciata laterale di un palazzo e ora in questa piazza possiamo vedere la facciata principale. Questo è il Palazzo Valdštejn costruito in stile primo barocco. Valdštejn era un generale che nel 1600 parteggiava per i Protestanti ma dopo il 1620, quando gli Asburgo ripresero il potere assoluto, pensò bene di stare dalla loro parte per poi tradirli durante la Guerra dei Trent’anni. Grazie alle sue vittorie militari ottenne il permesso di costruirsi quest’enorme palazzo. Fino a qualche anno fa questa era la sede del Ministero della Cultura che poi è stato sfrattato per lasciare posto al Senato. Questo dimostra come la Politica sia più importante della Cultura… Solo i giardini di questo palazzo sono accessibili al pubblico dalla Via Letenská o a destra dell’uscita della metropolitana A e sono aperti dalle 9.00 alle 19.00 da Aprile a Settembre. Nei weekend da Aprile a Ottobre e il primo weekend del mese da Novembre a Marzo si può visitare gratuitamente la sala storica del Senato e due corridoi al primo piano. Ingresso dai giardini o dal cortile interno in questa piazza.Da qui saliamo nella via Sněmovní e poi per la via Thunovská che a un certo punto diventa molto stretta. Alla vostra destra c’è un busto di Churchill che annuncia l’Ambasciata Inglese. Questa stradina è stata utilizzata nel film Amadeus. Svoltiamo subito a sinistra e scendiamo in fondo alla stradina. Siamo nella parte alta della Piazza di Malá Strana che è divisa in due dall’ex convento dei Gesuiti – ora Facoltà di Matematica e Fisica dell’Università praghese – e dalla Chiesa di San Nicola considerata il capolavoro del barocco praghese. Svoltiamo ora nella Via Nerudová, una delle vie più pittoresche di Praga che prende il nome da Jan Neruda uno scrittore che vi abitò e ambientò in questo quartiere i suoi racconti. Era stato poi Pablo Neruda, dopo aver letto questi racconti a “rubargli” il cognome per usarlo come pseudonimo.

In questa via si trovano gli stemmi delle case più conosciuti di Praga:
n.12 Casa ai Tre Violini poiché ci abitarono dei famosi liutai
n.16 Casa al Calice d’Oro. C’era la bottega di un orafo.

Stemmi delle case di Praga
Fino al 1700 a Praga non esisteva la numerazione civica e per questo motivo si usava contraddistinguere le case con dei simboli che si rifacevano alla professione di chi vi abitava, a qualcosa di naturale o di religioso. Fu poi Maria Teresa D’Austria a introdurre la numerazione catastale nella seconda metà del 1700. Questa numerazione si usa ancora oggi ed è quella sullo sfondo rosso. L’insegna con lo sfondo blu è la numerazione civica moderna.

Un consiglio che vi do è quello di guardarvi sempre in alto per ammirare i palazzi. Naturalmente questo consiglio vale per tutta la città! In questa via si trova la nostra Ambasciata quindi se volete fare un minuto di raccoglimento vi aspetto.

Poco dopo il restringimento della via Nerudová scendiamo per i gradini sulla sinistra e svoltiamo nella via Šporková che poi curva a sinistra e arriva in una piazzetta dominata dal Palazzo Lobkoviz, oggi Ambasciata Tedesca. Se guardate alle vostre spalle troverete il Centro Culturale Italiano che fa sempre parte dell’Ambasciata e promuove molte iniziative per collegare le due culture. L’edificio che lo alloggia è stata la sede originaria della Comunità Italiana di Praga dal 1600 in poi.

Scendiamo nella via Vlašská che poi diventa Tržiště.

Poco più in giù troviamo l’Ambasciata Americana che all’inizio del 1900 era un palazzo di appartamenti dove abitò anche Kafka. Anche durante il regime comunista sventolava la bandiera del Paese della Libertà dal padiglione barocco che fa parte di quest’edificio. Era una contraddizione o un sogno irraggiungibile per chi viveva attorno. Dalla via Tržiště svoltiamo a sinistra e andiamo a vedere la parte bassa della Piazza di Malá Strana.

Al numero 21 si trova il palazzo che fino al 1784 fungeva da Municipio, ora è un centro culturale, bar e ristorante. Al posto del palazzo al n.19 c’era un’altra costruzione dalla quale scoppiò il grande incendio del 1541 che arrivò poi fino alla parte alta di Hradčany. Il palazzo al numero 18 ora ospita il Parlamento ma fu nei suoi sotterranei che si tramò la Defenestrazione di Praga del Maggio 1618.

Torniamo sui nostri passi e percorriamo la Via Karmelitská. Sulla nostra destra troveremo, dopo un po’, la Chiesa della Vergine Maria della Vittoria, famosa per il Gesù bambino di Praga. Il Gesù Bambino di Praga è una statuetta di legno ricoperto di cera che proviene dalla Spagna. Dal 1600 si trova a Praga e si dice che abbia il potere di salvare i bambini e le donne nei parti difficili.

Dalla Chiesa svoltiamo a destra e attraversiamo la strada per entrare nella via Harantova per poi arrivare nella Maltézské Nám. La piazza è molto bella e anche qui immaginatevi di non avere la auto parcheggiate….

Dopo la piazza giriamo a destra.

Siamo di fronte alla Chiesa della Vergine Maria sotto alla catena, che è la chiesa più antica di Malá Strana e fa parte di un grande complesso di edifici che ancora oggi appartiene ai Cavalieri di Malta. La chiesa fu costruita in stile romanico ma poi si decise di abbatterla e ricostruirla in stile gotico solo che non si terminò mai questo restauro e oggi al posto della navata c’è un pratodi edera. Usciamo dalla chiesa e svoltiamo a sinistra dove alla nostra sinistra si trova un palazzo dei Cavalieri di Malta che prima del 1989 era il Museo degli Strumenti Musicali. Proprio in quel periodo si usò il palazzo nel film Amadeus per ambientare la casa di Salieri, rivale di Mozart nel film.

Entriamo ora nella piazzetta adiacente dove si trova l’Ambasciata francese. Poco più avanti sulla sinistra si trova il Muro di John Lennon.

Questo muro fu iniziato in occasione dell’assassinio del cantante nel 1980. A quei tempi la sua musica era vietata poiché inneggiava a una libertà che qui non c’era. La gioventù di Praga gli dedicò questo muro e naturalmente la cosa non piacque affatto alla polizia che arrivò fino al punto di piazzare delle telecamere per spiare chi veniva qui a scrivere, per poi arrestarlo. Questo è un simbolo della lotta fra la gioventù e il regime. Purtroppo però non è il muro originale perché il primo fu rovinato qualche anno fa da una compagnia cinematografica che aveva montato un set in questa piazza. . Il municipio ha poi tentato di ridipingerlo parecchie volte ma invano. Pochi giorni e tornava come lo vedete oggi. Ci ha rinunciato…Poco oltre il Muro attraversiamo un ponticello Rovinato dai lucchetti. Si, Anche qui! e arriviamo sull’isola di Kampa, prendendo la stradina più stretta oltrepassato il ponte. Kampa viene dal latino Campus perché una volta qui c’era solo un prato. A partire dal 1600 cominciarono a nascere delle case che andarono poi a formare la piazza sulla quale ci troviamo ora. Questa piazza con il lungofiume alla vostra destra sono diventate famose con il film Missione Impossibile I. Andiamo proprio verso il lungofiume per avere una bellissima vista sul Ponte Carlo e sulla Città Vecchia. L’ultima casa ad angolo vicino al bar, porta in alto vicino alle finestre il livello dell’acqua nelle due inondazioni più recenti. Gli abitanti di quest’isola erano, infatti, esentati dal pagamento delle tasse per questione di umidità in casa…

Dalla Piazza di Kampa possiamo salire la gradinata che conduce direttamente al Ponte Carlo oppure passare sotto al ponte e prendere la Via U Lužického Semináře che ci condurrà alla fermata della metropolitana dalla quale abbiamo iniziato la passeggiata. Ma se dopo la piazzetta prendete la via Cihelna a destra ed entrate nel cortile che vi trovate subito a destra troverete una delle opere più irriverenti di David Cerny.